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Scultore sannita, attivo sulla scena contemporanea da oltre un ventennio, Mariano Goglia ha esposto presso istituzioni italiane e straniere, affermandosi per un approccio autentico alla pratica scultorea.
Attento osservatore della tradizione artistica italiana, lo scultore ha sviluppato uno stile figurativo altamente personale e carico di lirismo, nel quale la michelangiolesca potenza dei corpi e l’ideazione di complessi intrecci compositivi, convive in modo coerente con sculture più asciutte ed essenziali, dal sapore etrusco e primo novecentesco, affrontando l’universo dell’animo umano e creando nell’osservatore un mistico senso di contemplazione. Caratterizzata da una straordinaria policromia materica l’opera in mostra, realizzata in marmo di Vitulano, comprende in sé molteplici elementi coloristici e minerali, condensati insieme in un intenso volto femminile.
Omaggiando Gea, dea primigenia venerata nella classicità come madre-terra, generatrice degli elementi naturali e di tutti gli esseri viventi, la scultura simboleggia il femmineo arcaico, caratterizzato da un’incontrollata energia creatrice, capace di accogliere in sé tutto l’esistente.
Come una roccia emersa dalle cavità terrestri più profonde, Gea diviene nelle mani dell’artista un agglomerato lapideo capace di incarnare tutta la ricchezza e la complessità del mondo naturale, una donna con i capelli mossi dal vento e lo sguardo fiero, pronta a tutto per difendere la propria prole.
Creando un ponte tra mitologia greca e mondo contemporaneo, Mariano Goglia prende spunto da una divinità classica per condurci ad un’acuta analisi sul tempo presente, invitandoci ad una riflessione sul delicato rapporto uomo- natura ed esortandoci ad una maggiore tutela degli ecosistemi naturali.